HomeAttualità4 Ristoranti: Alessandro Borghese trasferisce i Vincisgrassi da Macerata ad Ascoli!

4 Ristoranti: Alessandro Borghese trasferisce i Vincisgrassi da Macerata ad Ascoli!

Nei giorni scorsi, TV8 ha trasmesso una replica di 4 Ristoranti ambientata ad Ascoli Piceno. La puntata, incentrata sulla ricerca del miglior ristorante “moderno” del capoluogo marchigiano, ha però innescato un vivace dibattito tra gli amanti della cucina marchigiana. Il motivo? Una gaffe del conduttore Alessandro Borghese che, rispondendo alla sua stessa domanda su cosa si mangia ad Ascoli, ha affermato: “Le Olive Ascolane e i Vincisgrassi”.

Un’affermazione che ha scatenato le ire dei maceratesi

Questa dichiarazione ha suscitato un vero e proprio putiferio sui social network, in particolare tra i maceratesi. I Vincisgrassi, infatti, sono da sempre considerati un piatto tipico e inconfondibile della provincia di Macerata, tanto da essere inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) italiani.

I Vincisgrassi: un patrimonio maceratese

Il piatto simbolo della tradizione culinaria maceratese è da secoli motivo di orgoglio per la provincia. Ricchi, corposi e dal sapore inconfondibile, i Vincisgrassi sono una variante locale delle lasagne, ma con un’identità ben precisa: strati di pasta all’uovo alternati a un ragù fatto con carne mista, spezie e besciamella, spesso arricchito con frattaglie e parmigiano .

Affermare che i Vincisgrassi siano tipici di Ascoli Piceno non rende giustizia alla loro storia. Secondo numerosi storici, infatti, il piatto affonda le sue radici nella provincia di Macerata, dove si confronta già in ricettari antichi. Si racconta che il nome deriva da un generale austriaco, Alfred von Windisch-Graetz, che si trovava nella regione durante l’epoca napoleonica e rimase folgorato da questa pietanza. Da Windisch-Graetz a “Vincisgrassi”, il passo sarebbe stato breve, adattando il nome al dialetto locale.

Un piatto che unisce storia e tradizione

La ricetta dei Vincisgrassi, con la sua sfoglia sottile, il ragù ricco e la spolverata di parmigiano, si è tramandata di generazione in generazione, diventando un simbolo dell’identità culinaria maceratese. Non a caso, il cuoco Antonio Nebbia, nel suo celebre “Cuoco maceratese” del 1781, ne propone una ricetta che è considerata una delle prime testimonianze scritte dell’esistenza dei Vincisgrassi.

Perché i maceratesi si sentono offesi?

L’attribuzione dei Vincisgrassi ad Ascoli Piceno da parte di Alessandro Borghese ha toccato un nervo scoperto per i maceratesi. Questo piatto rappresenta molto più di una semplice ricetta: è un pezzo della loro storia, della loro cultura e della loro identità. Associare i Vincisgrassi ad un’altra città significa, per loro, sminuire un patrimonio che hanno gelosamente custodito nel tempo.

Un’occasione per riflettere sull’importanza delle tradizioni culinarie

L’episodio di “4 Ristoranti” ci offre l’opportunità di riflettere sull’importanza di tutelare e valorizzare le specificità culinarie di ogni territorio. In un’epoca in cui la globalizzazione tende ad omologare i gusti e le tradizioni, è fondamentale preservare le identità locali, che passano anche attraverso la difesa dei prodotti tipici e delle ricette tramandate di generazione in generazione.

La questione dei Vincisgrassi ci ricorda quanto sia forte il legame tra le persone e il cibo, e come la cucina possa essere un potente veicolo di identità e appartenenza. I Vincisgrassi, al di là delle dispute sulla loro origine, rappresentano un patrimonio inestimabile per la cultura culinaria marchigiana e meritano di essere riconosciuti come tali.

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